Molte aziende vorrebbero esportare i loro prodotti, ma spesso non hanno le competenze necessarie. Quali sono le possibilità in questo caso?
Una è assumere un export area manager, una figura professionale, contrattata a tempo pieno, che guadagna mediamente dai 45.000 ai 90.000 € annui, ai quali si aggiungono alcuni benefit (auto, il cellulare, computer portatile), normalmente forniti dall’azienda.
Molte PMI, però, non sono in grado di affrontare queste spese.
Una seconda possibilità è quella di rivolgersi a un temporary export, manager in outsourcing con il quale pianificare un intervento a tempo determinato. Questa soluzione può avere costi variabili in base all’ammontare complessivo del lavoro.
Un imprenditore che vuole lanciare un progetto d’internazionalizzazione della propria azienda, ma che possiede un budget insufficiente, deve, ovviamente, considerare la seconda opportunità e 12export può essere d’aiuto perché:
- Offre servizi tagliati su misura per la piccola media impresa, ne gestisce lo sviluppo e le vendite nei mercati esteri.
- È in grado di creare una rete commerciale all’estero trovando importatori, distributori e clienti.
Outsourcing come possibilità di vendita all’estero
L’outsourcing è l’approvvigionamento esterno, da parte di un’azienda, di figure professionali che portino a termine alcune funzioni che nessun membro interno può svolgere.Alcuni economisti utilizzano questo termine per indicare il caso specifico in cui il committente dipende totalmente dal subfornitore giacché non è in grado di svolgere in autonomia una determinata funzione aziendale.
I pro e i contro dell’outsourcing
- Maggiore flessibilità
- Minori costi interni
- Si paga solo per i servizi o prodotti richiesti
- Minor immobilizzazione del capitale e/o minor personale interno
- Maggiori tempi medi di elaborazione
- Minor controllo di processo/funzione