Molti imprenditori, nell’attuale congiuntura economica, decidono di spingersi oltre confine: un posto nel mercato estero vuol dire avere a portata di mano nuove opportunità di business, benché ci s’inoltri su un terreno per lo più sconosciuto.
Il profilo specializzato dell’export manager
Prima di intraprendere un’attività che promette molti vantaggi ma che può risultare un’incognita, è importante avere come punto di riferimento un “export manager” o un consulente esperto di mercati internazionali, il cui lavoro consiste proprio nell’aiutare le piccole e medie imprese a muovere i primi passi nel mercato estero.
In cosa consiste il lavoro di un export manager
Il primo passo di un export manager è la ricerca nel nuovo mercato in cui ci si affaccia, dei “lead” (agenti, distributori, importatori…), con lo scopo di costruire una rete di vendita che si svilupperà e consoliderà nel tempo.
Non si tratta di un processo immediato. Una volta contattati i potenziali clienti e convinti del prodotto che si propone, i tempi di distribuzione possono essere lunghi. Per questo motivo è importante scegliere un partner affidabile che segua il progetto assieme al produttore, facilitando la mediazione con i partner esteri.
Come scegliere la figura manageriale più adatta
Le tipologie di export manager sono varie. Esiste la figura dell’export manager interno, che può diventare parte integrante del vostro team di lavoro, o il manager “in condivisione” con altre imprese, oppure ci si può rivolgere a studi o società specializzate nella consulenza aziendale mirata alle vendite sui mercati esteri. L’importante è che si tratti di professionisti affidabili, che riescano a comprendere le vostre esigenze per poi strutturare un progetto solido, su misura per la vostra azienda. Fondamentale è avere con il consulente scelto, un buon feeling professionale perché è lui/lei che dovrà seguirvi e lavorare al vostro fianco, gomito a gomito, per aiutarvi a raggiungere il vostro scopo: entrare con sicurezza nel mercato internazionale.